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Zeppole di San Giuseppe


Le zeppole di San Giuseppe sono un dolce tipico della Campania e vengono realizzate il 19 marzo in concomitanza con la festa del papà. Vi diamo due versioni per prepararle: quella classica che
prevede la frittura, e quella più leggera che prevede le zeppole di San Giuseppe al forno. Dedicate al santo protettore dei friggitori e dei falegnami, queste frittelle napoletane sono davvero ottime e vi consigliamo di prepararle per i vostri ospiti ma anche per un pranzo in famiglia.

Ingredienti:

Ingredienti per le zeppole di San Giuseppe (dosi per 6/8 persone)
mezzo litro di acqua
50 g. di burro
1 pizzico di sale
300 g. di farina
6 uova
olio di arachide monoseme q.b.
zucchero a velo q.b.
crema pasticcera preparata con la nostra ricetta usando mezzo litro di latte
amarene sciroppate q.b.

Preparazione:




1- Riunite in una pentola il burro, l’acqua e il sale, mettete sul fuoco e portate a bollore, mescolando per amalgamare bene i vari ingredienti.

2- Fuori dal fuoco, gettatevi dentro tutta la farina in un colpo solo, e lavorate il tutto con una spatola. Rimettete la pentola sul fuoco medio e continuate a lavorare fino a quando l’impasto non si staccherà dai lati (circa 10 minuti).

3- Togliete dal fuoco e incorporate le uova, una alla volta ed unendo la successiva solo dopo che la precedente sarà stata ben amalgamata. Lavorate la pasta con energia usando una frusta, o a piacere uno sbattitore elettrico.

4- Lasciate riposare l’impasto una ventina di minuti.

5- Mettete sul fuoco un tegame dai bordi alti pieno di olio di arachide, non usate una padella perché il livello dell’olio deve essere molto alto per permettere di sommergere completamente le zeppole. L’olio deve essere caldo ma senza esagerare, quindi tenete la fiamma ad un livello medio.
6- A questo punto ci vuole una sacca da pasticcere con la bocchetta grande rigata o liscia; se non la possedete prendete un sacchetto da freezer riempitelo di impasto e poi tagliate di sbieco un angolo. Riempite la sacca e usatela per deporre l’impasto a forma di ciambelline di circa 8 cm. di diametro su dei piattini da caffè oppure su quadratini di carta forno (per ottenere delle zeppole con il giusto spessore fate due giri con la sacca).
7- Fate scivolare con delicatezza una zeppola alla volta nell’olio caldo (se usate la carta forno potete deporre ciambellina e carta assieme nell’olio). Cuocete le zeppole fino a quando saranno dorate e ben gonfie. Toglietele dall’olio con una paletta forata e mettetele a perdere l’eccesso di olio su carta da cucina. Fatele raffreddare completamente.
8- Al momento di servire deponete le zeppole su un piatto da portata o su dei pirottini di carta della misura giusta, spolveratele con lo zucchero a velo, riempite il foro con della crema pasticcera e completatele con qualche amarena sciroppata e un po’ del loro sciroppo.

Le zeppole di San Giuseppe al forno

Le zeppole di San Giuseppe preparate con la ricetta tradizionale che vi abbiamo appena dato sono buonisisme ma purtroppo fritte e quindi molto molto caloriche, ma potete anche prepararle al forno; e in questo caso visto che la pasta delle zeppole è poi la pasta choux (quella che si usa per i bignè) il risultato è sempre buonisismo. Fate la pasta come indicato sopra e formate le ciambelline nello stesso modo ma deponetele su delle placche coperte di carta forno distanziandole tra di loro. Poi cuocetele nel forno caldo a 200 gradi fino a quando le zeppole saranno gonfie e dorate (circa 20 minuti ma il tempo esatto dipende tanto dal tipo di forno). Fatele raffreddare e quindi procedete a completarle con la crema pasticcera e le amarene sciroppate come per le zeppole fritte.

Origini delle zeppole

Nell’Antica Roma il 17 Marzo si omaggiavano e festeggiavano con delle frittelle a base di frumento gli dei Bacco e Sireno. Oggi a San Giuseppe, esattamente due giorni dopo, la fanno da protagoniste le zeppole, discendenti di quelle storiche frittelle; siamo tutti concordi sullo stabilire che le zeppole siano delle vere e proprie delizie per il palato, ma qualche dubbio desta l’origine del termine. Si ritiene che derivi da “cippus”, piccolo pezzo di legno usato per correggere i problemi di livellamento, o da “serpula”, piccola serpe attorcigliata, o da “saeptula”, dal latino saepio, cingere (o oggetti rotondi in genere), o più comunemente da “Zi’ Paolo”, il presunto inventore delle zeppole.
In principio con zeppola si indicavano due tipi di dolci (senza considerarne un terzo, la “pasta cresciuta”, che però era salato e a forma di palla): la “zeppola classica”, a forma di ciambella, a base di farina, acqua e sale, da friggere nell’olio e da cospargere con lo zucchero e la “graffa”, a forma di ciambella, ma preparata con le patate, come i taralli di zucchero pugliesi di Carnevale. La zeppola di San Giuseppe è l’ultima arrivata, e come detto prima si prepara con l’impasto dei bignè.


Foto di Fulvio Minichini
Fonte:(www.buttalapasta.it)


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